
Per l'Iran si è trattata di una dichiarazione di guerra. Per Israele di un attacco preventivo e inevitabile considerando gli ultimi sviluppi nella corsa agli armamenti e al nucleare del rivale. Il blitz di Tel Aviv a Teheran potrebbe generare una pericolosa escalation nell'intero Medio Oriente. Dagli Stati Uniti, Donald Trump è stato chiaro: ha ribadito che al governo iraniano non può essere concesso di dotarsi di armi nucleari ma ha anche auspicato un ritorno ai negoziati. L'Unione europea ha invece parlato di situazione pericolosa esortando tutte le parti di dar prova di moderazione. La Russia ha puntato il dito contro Benjamin Netanyahu affermando che tutte le conseguenze di questo raid ricadranno sulla leadership israeliana. In Italia, intanto, fonti di Palazzo Chigi riferiscono che Giorgia Meloni sta seguendo con la massima attenzione l'evolversi della crisi in Iran, e ha che convocato per il pomeriggio di oggi una riunione in videoconferenza con i ministri maggiormente coinvolti e con i vertici dell’intelligence nazionale.
Il messaggio di Trump all'Iran
Trump ha rilasciato un'intervista significativa all'emittente Fox News nel corso della quale ha dichiarato di "sperare di tornare al tavolo dei negoziati" con l'Iran nonostante i raid aerei israeliani. "Vedremo cosa succede", ha aggiunto. Ricordiamo che il sesto round di negoziati diretti tra Stati Uniti e Iran era previsto per domenica a Muscat, in Oman. Il presidente Usa è statao però chiaro su un punto: "L'Iran non può avere una bomba nucleare e speriamo di tornare al tavolo delle trattative. Vedremo. Ci sono diverse persone al comando che non torneranno".
Trump ha quindi spiegato di essere stato avvisato in anticipo da Israele dei raid compiuti contro i siti nucleari iraniani. Il Wall Street Journal ha scritto che il premier israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe evocato la possibilità di attacchi a Teheran con l'inquilino della Casa Bianca in una conversazione telefonica risalente allo scorso lunedì. Poco dopo, gli Stati Uniti hanno iniziato a trasferire alcuni diplomatici e militari dal Medio Oriente.
L'Ue: "Impedire escalation"
Meloni, come anticipato, ha convocato per il pomeriggio di oggi una riunione in videoconferenza con alcuni ministri e con i vertici dell’intelligence italiana. Emmanuel Macron, in Francia, ha riunito un Consiglio di difesa e di sicurezza nazionale dedicato alla situazione in Medio Oriente. Il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, ha affermato che questo è un "momento pericoloso". "La stabilità in Medio Oriente è vitale per la sicurezza globale", ha sostenuto, sottolineando che "un'ulteriore escalation è una seria minaccia alla pace e alla stabilità nella regione e non è nell'interesse di nessuno". Il premier britannico Keir Starmer, ha riferito Sky News, ha esortato "tutte le parti a fare un passo indietro e ridurre urgentemente le tensioni".
A Bruxelles il minimo comune denominatore delle dichiarazioni degli alti rappresentati dell'Unione europea chiama in causa una parola d'ordine: moderazione. Il presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha scritto su X che le notizieche giungono dal Medio Oriente sono profondamente allarmanti e che "l'Europa esorta tutte le parti a dare prova della massima moderazione, a ridurre immediatamente l'escalation e ad astenersi da ritorsioni".
"La situazione in Medioriente è pericolosa. Esorto tutte le parti a dar prova di moderazione e a impedire un'ulteriore escalation. La diplomazia resta la strada migliore da seguire e sono pronta a sostenere qualsiasi sforzo diplomatico volto a ridurre l'escalation", le ha fatto eco l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Kaja Kallas.
Mosca accusa Israele
La Russia si è detta preoccupata e ha condannato l'escalation delle tensioni tra Israele e Iran.
"La Russia è preoccupata e condanna la forte escalation delle tensioni", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aggiungendo che il presidente Vladimir Putin è tenuto costantemente informato sull'evoluzione degli eventi. "Su istruzione del capo dello Stato - ha aggiunto - il ministero degli Esteri pubblicherà presto una dichiarazione dettagliata che sarà poi distribuita alle Nazioni Unite".