
Negli occhi hanno ancora l'orrore della guerra. Tutti e tre i bambini arrivati da Gaza in Lombardia per essere curati «sono ovviamente molto scossi», ma «sono anche coccolati come meritano».
L'assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, a poche ore dal loro arrivo ha fatto il punto sulle condizioni dei bimbi atterrati a Linate. Tra loro, ricoverato proprio al Niguarda, c'è anche il piccolo Adam, l'unico di dieci fratelli sopravvissuto a un raid israeliano che ha ucciso anche suo papà. Bertolaso è andato a trovarlo, lui stava giocando con i Lego: «Stava realizzando una Ferrari solo con la mano destra, la sinistra è completamente bloccata. La mamma - racconta l'assessore - mi ha detto che è un grande esperto del cubo di Rubik, lo risolve in tre minuti». Dal punto di vista clinico, Adam presenta una frattura del radio e una serie di questioni neurologiche legate al nervo radiale o al plesso brachiale su cui sono a lavoro i medici. Lungo il corpo, purtroppo, è pieno di vetri, conseguenza dell'esplosione probabilmente di una finestra: «Sono tutti vetri superficiali, ma ne ha parecchi. Piano piano glieli toglieremo». L'attenzione è rivolta anche all'aspetto psicologico: «Secondo me - sottolinea Bertolaso - nasconde ancora buona parte del trauma che ha subito, è già stato visto da un neuropsichiatra infantile. Ha assistito in diretta a ciò che è successo ai fratelli e al papà, sono situazioni che non si dimenticano». C'è apprensione anche per la dodicenne in carico al Papa Giovanni XXIII di Bergamo: «Ci preoccupa - ammette Bertolaso - Ha subìto lesioni molto serie da scoppio di bomba ed è in terapia intensiva». La bambina ha tutti e due gli arti molto compromessi e qualche lesione degli organi interni. Mentre la quindicenne ricoverata al Policlinico di Milano con gravi lesioni al torace e fratture multiple «ha iniziato a fare i controlli, gli è stato già tolto a Gaza un polmone e ha problemi di riabilitazione polmonare». L'auspicio è che tutti e tre i minori possano guarire il prima possibile, anche se sono situazioni critiche.
La Regione, intanto, sta lavorando con Areu e con il Niguarda per individuare un ente non profit in grado di gestire il flusso delle eventuali donazioni come giocattoli e vestiti. Al momento sono undici in totale i bambini arrivati da Gaza tra febbraio e maggio, con la Lombardia che è pronta ad accoglierne altri.